giovedì, maggio 04, 2006

Fate l'amore con il santone

Non so a voi, ma a me piaceva fare quel giochino della mitica settimana enigmistica chiamato il bersaglio.
Quello in cui partendo da una parola si doveva cercare per analogia, per anagramma o altra variazione, quella seguente, fino ad arrivare al centro della figura.
Dev'essere quindi il mio cervello che, lavorando per associazione d'idee o di ca**ate, mentre assistevo inerme allo spot dello yoghurt Müller, ha riportato alla memoria un evento (memorabile?) avvenuto anni fa e del quale vi renderò partecipi tra qualche riga.
Come se non bastasse, vado a ravanare sul sito della Müller e che trovo?
Una pagina ardita che allunga ed intrica questa ghirlanda di coincidenze cosmiche tra il titolo di questo articolo, l'erotismo insito nello yoghurt (vedasi 9 settimane e mezzo), Vatsyayana ed il fatidico cestino dell'amore.

Ma che cos'è il cestino dell'amore?

Cominciamo dall'inizio.
Primavera 1997.
Mentre vado al lavoro, malinconicamente incolonnato all'ultimo semaforo, scorgo strani manifesti colorati, con disegnate delle figure tipo alieni di Roswell, nei quali si invita la cittadinanza ad intervenire alla rivelazione della suprema verità durante la conferenza dei Raeliani che si terrà presso la sala Cialdini, bla, bla, bla.

Con il cervello obnubilato dai gas di scarico, come dubitare? Gli alieni sono tra noi, evviva!

Mi organizzo all'istante, chiamo un amico fedele e lo obbligo a rinunciare a qualsiasi altro appuntamento, compresi quelli galanti: UFO maior, minor cessat, come si dice in questi casi.

La sera della fatidica conferenza entriamo nella sala, mezza vuota.
Evidentemente la promessa della rivelazione extraterrestre non aveva fatto breccia nei cuori diffidenti dei modenesi.

All'ingresso, su un tavolo, viene distribuito in omaggio il cestino dell'amore.
Contenuto:

- Foglio ciclostilato con una breve quanto delirante spiegazione sui principi della setta.
- Due profilattici al gusto di fragola.

Si mette bene!

Inizia la conferenza.
Entra un tipo sulla trentina, capelli lunghi, barba, vestito con una tunica bianca.
Gira un po' per il palco, alla fine estrae un foglio di carta.
Lo apre lentamente, come se stesse per comunicare un verdetto.
I presenti si scambiano sguardi interrogativi: siamo nella sala Cialdini o nell'orto dei Getsemani?
Passano almeno due minuti in cui si deterge il sudore, sembra visibilmente scosso.
Finalmente il tipo inforca gli occhiali e legge:

"buonasera"

Ripiega il foglio e sparisce.
Si ride sguaiatamente.

Dopo poco esce un tipo più giovane, accento veneto, esordisce dicendo:
"scusatelo, era molto emozionato"
Altra robusta risata generale.

Poi parte la presentazione filmata sulla storia della setta e sui principi fondamentali del "pensiero" raeliano, dalla quale apprendiamo che:
- Il fondatore della setta e' un ex-giornalista francese rapito dagli alieni mentre andava in gita dentro al cratere di un vulcano spento.
- Deportato su un altro pianeta nel corso del secondo incontro, viene edotto sulla vera origine della specie umana.
- Riportato sulla terra, ha una missione da compiere: creare una ambasciata per gli alieni, con tanto di base d'atteraggio, però c'è un problemino da risolvere. Il logo. Il logo? Eh sì, il logo.

Sì perché questi scherzoni degli elohim pare si siano messi in testa che l'ambasciata deve stare in Israele, solo che il logo della setta è una sorta di miscuglio tra la svastica e la croce di David e gli israeliani non sono affatto contenti di ospitare un'ambasciata extraterrestre date queste premesse.

Ma non basta, sono in rotta di collisione anche col Vaticano, perché Cristo è un caso eclatante di fecondazione eterologa, anzi, extraterrologa.

Dopo di ché, sulla base di queste verità, inizia il dibbbattito, di cui non ricordo quasi nulla perché trascorsi quasi tutto il tempo chino a furia di ridere.
Insomma, uscii con i crampi agli addominali e, ovviamente, con il cestino dell'amore sottobraccio.

Tempo dopo lessi un articolo dove si accennava anche agli usi e costumi della setta, nella quale, a quanto si dice, esiste lo smaneggiamento libero tra discepoli e maestri, ovviamente a scopo medidativo trascendentale, oltre a tutta un'altra serie di pratiche assolutamente sane e condivisibili quali la cessione di una parte dello stipendio. E che diamine, dopo tutto, non si vive di solo pene.

Però devo confessare di non aver mai capito a cosa servissero quei due profilattici alla fragola.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"Però devo confessare di non aver mai capito a cosa servissero quei due profilattici alla fragola".

Cioè, vuoi dire che ancora li hai da qualche parte?
Mi corre l'obbligo di avvertirti che probabilmente son scaduti. Non commettere imprudenze che potrebbero esserti fatali.

(Su Rael e i suoi non so veramente nulla, tranne che sbaglio o si chiamava così il protagonista di 'The lamb lies down at Broadway' - da me ribatezzato, per la gioia dei genesisiani, 'L'abbacchio se sbraca su'Bbroduai').

Ehi, il tuo blog mi fa scrivere dei versacci, tipo 'hwbeddr'.

P.s.
Dellutri. Iiihhh.

Byte64 ha detto...

no, no, sono stati gettati molto tempo fa, non ho mai trovato nessuna a cui piacessero alla fragola...

Piuttosto, chissà se li fanno al gusto di borlengo o magari di caponata.

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