Dal primo febbraio, come già tutti certamente sapete, partirà il famoso Registro delle Opposizioni, innocente strumento di contrasto alle chiamate telefoniche selvagge da parte dei famigerati call center, nonostante questo curioso nome che può evocare pratiche di stampo cileno.
Siccome esiste perfino il sito del gestore del futuro registro, quello della Fondazione Ugo Bordoni, ho pensato bene di andare a leggere la sezione "come funziona" finché mi sono imbattuto nella seguente ermetica frase:
"L'iscrizione di un abbonato nel Registro delle Opposizioni preclude nei suoi confronti qualsiasi trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale, mediante l'impiego del telefono ma non ostacola al trattamento dei suoi dati da parte di singoli soggetti che abbiano raccolto o raccolgano tali dati da fonti diverse dagli elenchi."
Non essendo un esperto di ermeneutica ministeriale, se ci fosse qualche avvocato in sala in grado di eseguire la parafrasi dall'avvocatese all'italiano, gliene sarei particolarmente grato, perché, ahimè, a naso, quella frasetta buttata lì in fondo così non mi piace per niente, sa tanto di scappatoia per far finta di fare una cosa, lasciando in realtà tutto esattamente come prima.
Sarà che sono un po' diffidente verso le iniziative dell'ex Ministro dello Sviluppo-Economico, mica per niente, ma di uno così sviluppato da non sapere manco chi gli avesse comprato casa davanti al Colosseo, ecco, non mi stupirei se avesse avuto un'idea grandiosa che poi si rivela clamorosamente farlocca.
Ma non precorriamo i tempi, rimaniamo ottimisti obtorto collo, sediamoci comodamente in poltrona armati di frittatona con le cipolle, birra, fax e moduli per raccomandate, ma, soprattutto, rutto rigorosamente libero, col quale accoglieremo giocosamente eventuali molestatori telefonici che non vogliano farsi riconoscere.