domenica, febbraio 26, 2006

Il buono, lo sconto e il cattivo

Non so perché, ma in questo periodo dell'anno fioriscono le offerte dei supermercati a colpi di buoni sconto.

Tra Esselunga, Coop e Conad, anziché un portafoglio mi occorrerebbe uno sherpa per andare a fare la spesa.

E poi ci sono i buoni sconto piccini picciò come i francobolli, quelli oblunghi, quelli A4, quelli di cartone, quelli di carta velina, quelli appiccicosi e quelli scivolosi, quelli da 20 centesimi e quelli da 20 euro, quelli cumulabili e quelli non cumulabili, quelli per i giorni pari e quelli per i dispari, quelli a percentuale e quelli con un minimo di spesa di 500 euro, quelli truffa e quelli fuffa, i buoni buoni e i buoni cattivi, quelli fino ad esaurimento scorte e quelli fino ad esaurimento nervoso.

Ad esempio, la scorsa settimana c'erano i buoni del 20% sulla carne ma non erano cumulabili con i buoni sconto su tutta la spesa, per cui un italiano medio come me che fa?
"Scusi signora, venga qui, tenga questi 20 euro e faccia finta di essere mia moglie, si metta in fila alla cassa!"

Invece ieri ho usufruito dei buoni sconto del 20% su frutta e verdura, ho risparmiato ben 2 euro e cinquanta centesimi e non ho nemmeno dovuto far finta di sposarmi con la prima che passava.

Eh, è dura la vita, quella sì non fa mai sconti...

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