martedì, febbraio 28, 2006

La Vodafone è mobile, qual piuma al vento...

Non mi ricordo se l'avevo già detto, ma a me piace l'opera.
Invece la Vodafone un po' meno.

Vodafone è quella dello spot "Tutti parlano con tutti".

Tutti tranne me, a quanto pare.

E qui ci sarebbe da riprendere quella famosa battuta di Corrado Guzzanti:

"sì vabbè, parlamo con tutti, però io e te, abborigggeno, che cazzo se dovemo dì?"

In realtà io non volevo parlare con nessuno abborigggeno, anche se dopo in effetti, come si vedrà dal racconto, abbiamo avuto un sacco da dirci.

Io volevo semplicemente collegarmi al mio fantastico sito WAP per controllare un prezzo mentre ero in giro.
Ah, inutile cliccare sul link, dovete trascriverlo sul vostro telefonino, se vi interessa, e soprattutto, se NON è Vodafone.

Ebbene sì, la tecnologia mi permette perfino di controllare un prezzo mentre sto al supermercato o in aperta campagna e magari sento puzza di fregatura.
Ah, in effetti, se siete in aperta campagna, può darsi che la puzza non sia di fregatura.

- "Ma questo è pazzo", direte voi.
- "Eh sì, pero vige la legge 180 o no?"

Riprendendo il discorso, prima che voi m'interrompeste, stavo controllando un prezzo usando il WAP e, anziché usare il mio fido cellulare TIM, decido di utilizzare il vecchio telefono ricaricabile VODAFONE. Faccio tutta la manfrina della configurazione, verifico che tutto sia ok e poi provo a collegarmi al mio sito:

"The requested page cannot be displayed" scrive piccato il telefonino.

Urcucan, addirittura me lo dice in english, allora dev'essere una cosa seria!

Vado a vedere tra le registrazioni degli accessi e vedo che il tentativo di connessione però c'è stato.

Ah ha!

Consulto il traffico del telefono e noto che mi hanno prontamente addebitato la bellezza di 22 centesimi per farmi sapere che la pagina non poteva essere visualizzata.
Però me l'hanno detto in inglese, saranno mica i costi per pagare la traduttrice simultanea?!?!

Insomma, telefono al 190 per farmi spiegare l'arcano.

Prima telefonata: 90 secondi di jingle, poi premi 3 - 1 -4 - 5 - 9 - 7 - 1 - 0, praticamente il calcolo delle prime 28 cifre di pi greco per riuscire a parlare con un essere umano.

Una gentile signorina dopo un breve interrogatorio mi promette che un fantomatico reparto tecnico provvederà a contattare il gestore del sito.

- "Allora devono parlare con me!" replico io.

La signorina trasalisce, borbotta qualcosa e poi mi annuncia che passa la mia telefonata al reparto tecnico.

Senonché, cade la linea.

Ora, io sono fondamentalmente un ingenuo, per cui penso tra me e me "non l'avrà fatta cadere apposta, sarà stato un caso."

Seconda telefonata:

90 secondi di jingle, e poi di nuovo il labirinto armonico di toni.
Un'altra signorina, un po' meno gentile della prima, a cui rispiego tutta la solfa, mi ripassa al famigerato settore tecnico.

Ricade la linea.

Terza telefonata:
Eddirindinghete, 90 secondi di jingle, il tetris con la tastiera del telefono, becco un uomo.

Finalmente un abbborigggeno!

Ripeto tutta la fola e lui comincia a sentenziare: è un problema del sito.

Ora io sono buono e bravo, però se c'è qualcosa in grado di farmi girare le palle come i pistoni della yamaha di valentino rossi, è quando mi prendono per il coccige.

- "no, guardi, non è un problema tecnico del sito, per il semplice motivo che ho qui davanti a me un telefonino TIM collegato in questo preciso istante."

L'abborigggeno tace.
Sarà svenuto quando ha sentito la parola tabù?

Ne approfitto per chiedergli a bruciapelo come funziona 'sto addebito di 22 centesimi e lui mi spiega ancora tramortito che il WAP VODAFONE funziona a sessione.

Dice il Garzanti:

Dal lat. sessio¯ne(m) 'lo star seduto; seduta', deriv. di sedìre 'star seduto'
s. f.
1 periodo in cui, a intervalli più o meno regolari, si riunisce un'assemblea, un collegio, una commissione ecc.; la serie stessa di sedute svolte in tale periodo: sessione estiva, autunnale d'esami; sessione della Corte d'Assise, del parlamento
2 (rar.) modo di sedere.

Dico io e lo sottopongo come terza possibilità all'esimio Garzanti:

3 espediente tramite il quale VODAFONE ti addebita un costo composto da una quota fissa esorbitante più una variabile tanto per gradire, per un servizio che a loro costa pressoché zero e del quale, in caso di malfunzionamento, non rispondono nemmeno.

Oltretutto l'etimologia parla chiaro: stare seduti = sedere = deretano = inc*lata

Comunque, questi sono dettagli insignificanti, dopo avermi spiegato come mai è giusto pagare 22 centesimi per vedersi scrivere "The requested page cannot be displayed", l'abborigggeno del call center mi passa sveltissimo al reparto tecnico, prima che io abbia il tempo di gridare "Noooooooooooooooooooooooooooooo, non lo fareeeeeeeeeeeeeeee!"

Secondo voi, dopo cosa è successo?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il precariato rende ubiqui. Il che significa che, nella mia lunga carriera di lavori saltuari, ho avuto modo di affacciarmi sul magico mondo del customer care 190.
Ti assicuro che esistono davvero dei problemi tecnici per i quali la linea cade inesorabilmente.
Problemi che risiedono principalmente nel dito indice della mano più vicina all'apparecchio telefonico.
Ma è anche vero che da un posto in cui il ricambio del personale è equiparabile a quello dei calzini su una persona igienicamente accettabile, non ci si può aspettare una grande e immediata capacità di "problem solving" (in inglese perchè costa di più).

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